Storia della Chiesa
Fin dalla fondazione del nostro Stato, la collina del Castello di Esztergom svolge un ruolo importante nella storia ungherese. Neanche le tempeste e i flagelli dei secoli hanno scalfito la sua eccezionale rilevanza e importanza. Ciò si deve in parte alla pittoresca posizione che si erge sopra l’ansa del Danubio, alla sua bellezza naturale circondata dalle colline, così come agli edifici che l’hanno innalzata nel tempo sia a centro laico che a centro religioso. Si tratta di un’area facilmente raggiungibile eppure isolata, ben difendibile, dall’effetto solenne ma al tempo stesso attraente e liberatoria grazie alle proprie caratteristiche naturali. Non sorprende il fatto che sia stata prima la sede dei sovrani ungheresi, poi il centro principale della chiesa cattolica ungherese.
Sulla collina del castello conosciamo sette chiese di origine medioevale. Approssimativamente nel luogo dell’odierna Basilica si ergeva il Duomo di Sant’Adalberto, che stando alle nostre fonti scritte esisteva già negli anni intorno al 1010. Più a nord, vicino alla torre settentrionale dell’odierna Basilica si trovava la Chiesa di Santo Stefano Protomartire, che fu fatta costruire dal sovrano ungherese Géza, e in ordine cronologico è stata la prima chiesa in questo luogo. L'antica tradizione vuole che nella camera trasformata in cappella e situata accanto ad essa sia nato Vajk, che sarebbe poi diventato re Santo Stefano. La terza chiesa era la cappella circolare contemporanea di Santo Stefano, rinvenuta nel palazzo reale della casata degli Árpád, della quale non conosciamo il santo protettore. Un attestato del 1284 menziona la Cappella di San Vito (questa è la quarta chiesa), eretta sul promontorio del castello di Esztergom, i cui resti sono stati rinvenuti nel recente passato. La nostra quinta chiesa di origine medioevale si trova anch’essa nel palazzo reale della casata degli Árpád, ed è la Cappella del castello di Béla III. Questa cappella di palazzo è uno dei nostri resti architettonici dove per primo appare lo stile gotico: più precisamente una miscela del precoce gotico parigino e dell’architettura tarda romanica, e proprio grazie a queste sue caratteristiche è uno dei resti più rilevanti della nostra architettura medioevale. La sesta chiesa è un capolavoro eccezionale della nostra architettura rinascimentale, la Cappella Bakócz, costruita nel XVI secolo e poi, a partire dal suo trasferimento avvenuto nel 1823, cappella laterale della Basilica.
Nell’età moderna sulla collina del castello è stata eretta solamente una chiesa, ma essa nelle sue dimensioni sovrasta nettamente tutte quelle indicate precedentemente, e allo stesso tempo porta in sè l’eredità spirituale di tutte le chiese finora menzionate: essa è la Cattedrale di Nostra Signora Maria Assunta e di Sant’Adalberto.
Tra il 1822 e il 1869 quattro arcivescovi primati hanno fatto costruire, nel luogo della chiesa medioevale, la basilica in stile classicista, in base ai progetti di Pál Kühnel, János Packh, e poi di József Hild:
Sándor Rudnay (1819-1831) – coepit – l’ha iniziata,
József Kopácsy (1838-1847) - continuavit – l’ha proseguita,
János Scitovszky (1849-1866) - consecravit – l’ha consacrata,
János Simor (1867-1891) - consummavit – l’ha terminata.
La maggiore opera costruttiva ecclesiastica della prima metà del XIX secolo è rappresentata dalla cattedrale di Esztergom. Nel 1820 l’arcivescovo primate Sándor Rudnay (1819-1831) iniziò a cercare un architetto per la realizzazione dei progetti della nuova cattedrale. Prima chiese di realizzare i progetti a Ludwig von Remy, il direttore della Cancelleria Architettonica della Corte viennese, ma parallelamente anche il giovane Pál Kühnel che lavorava al fianco di Remy elaborò una propria idea, e alla fine l’arcivescovo primate scelse proprio i suoi progetti. Ottemperando alle disposizioni di Rudnay, Kühnel progettò sulla collina del castello di Esztergom un enorme insieme di edifici, un vero e proprio Vaticano ungherese. Purtroppo di questo grandioso progetto vennero realizzate solo la cattedrale e una parte delle case canoniche. Iniziati i lavori di demolizione e di rimozione delle rovine, il 23 aprile 1822, nel giorno di Sant’Adalberto fu posta la prima pietra. Il direttore dei lavori era János Packh, cugino di Pál Kühnel, al quale si deve anche il trasferimento della Cappella Bakócz. La cappella realizzata nel XVI secolo in marmo rosso è l’unica opera rinascimentale ungherese rimasta intatta. Nel 1823 János Packh, dividendola in 1600 pezzi, poi cambiandone l'orientamento, la integrò nella nuova cattedrale, conservandola per i posteri. Egli proseguì i lavori di costruzione della Basilica fino al 1831, ovvero fino alla morte del committente, il primate Rudnay. Sotto la direzione di Packh la costruzione della cattedrale stava procedendo bene: prima venne realizzata la prima cappella laterale del lato destro, che fu consacrata in onore del martire Santo Stefano, poi venne terminata una delle volte del tamburo di sostegno della cupola. Quando Rudnay nel 1831 morì, i muri principali dell’edificio, i quattro enormi pilastri che avrebbero sostenuto la cupola e le volte che li univano erano già in piedi, mentre era in corso la realizzazione della volta del santuario.
La costruzione riprese solamente nel 1839, dopo la nomina del vescovo di Veszprèm József Kopácsy ad arcivescovo di Esztergom (1839-1847). Tuttavia allora sorse un nuovo ostacolo: János Packh, il miglior conoscitore e direttore dei lavori, fu ucciso in casa sua, quindi la costruzione rimase nuovamente senza padrone. Il primate Kopácsy decise di affidare la direzione dei lavori a József Hild. Hild fece costruire la cupola con una struttura in ferro, ancora una novità in Ungheria, e sollevò il tamburo della cupola circondandolo con delle colonne. Il suo scopo era accrescere l’aspetto monumentale della Chiesa, ottenendo già da lontano il maggior impatto possibile sugli osservatori. I lavori proseguirono a ritmo incessante fino alla morte del primate Kopácsy, avvenuta nell’autunno del 1847. Allora l’edificio disponeva della copertura, e anche la croce era già sulla cupola.
Dopo due anni di sosta János Scitovszky, il nuovo arcivescovo primate (1849-1866) proseguì il lavoro con grande intensità. Quando il 31 agosto 1856, alla presenza di Francesco Giuseppe, con la „Messa di Esztergom”, composta per l’occasione da Ferenc Liszt, avvenne la consacrazione solenne, la chiesa era tutt’altro che pronta: mancava ancora il vestibolo colonnato della facciata principale, e anche la torre laterale meridionale era incompleta. Solo nel 1862 iniziò la costruzione del vestibolo, che fu terminato abbastanza velocemente, mentre la realizzazione degli interni della chiesa si protrasse fino all’ultimo terzo del XIX secolo. Dopo la morte di Scitovszky (1866) non fu possibile rimandare a lungo la nomina del nuovo primate, in quanto era imminente l’incoronazione dopo il compromesso, che doveva essere effettuata dal primate del Paese. All’inizio del 1867 il vescovo di Győr János Simor divenne il nuovo arcivescovo primate (1867-1891). Nel giro di due anni portò a termine i lavori di costruzione dell’enorme basilica. La chiave di volta fu posta il 1° novembre 1869. Praticamente Simor ricostruì a nuovo la cattedrale, affinandone molto gli interni; in questo lavoro il suo sostegno principale fu l’architetto József Lippert.
La cattedrale di Esztergom, nonostante le diverse vedute dei suoi architetti, è un’opera monumentale eppure semplice, bella, armonica e raccolta; insomma, un vero e proprio capolavoro neoclassico.